Tamoxifene Eg: Scheda Tecnica e Prescrivibilità
In pazienti in trattamento con tamoxifene sono stati segnalati casi di neuropatia ottica e di neurite ottica e, in un limitato numero di casi, si è verificata cecità. Quando tali effetti collaterali sono gravi, è possibile controllarli attraverso una semplice riduzione del dosaggio senza influenzare la risposta al trattamento. Nel trattamento a lungo termine gli effetti collaterali segnalati sono meno frequenti o meno gravi rispetto a quelli osservati con androgeni ed estrogeni impiegati per il trattamento della stessa patologia. La conosciuta e principale via del metabolismo di tamoxifene nell’uomo è la demetilazione catalizzata da enzimi CYP3A4. E’ stato riportato in letteratura che l’interazione farmacocinetica con rifampicina, agente che induce il CYP3A4, comporta una riduzione dei livelli plasmatici di tamoxifene. Tamoxifene non deve essere somministrato in corso di gravidanza e durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.6) e in età pediatrica.
0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
Tuttavia, è bene precisare che tale blocco non influisce sull’efficacia del farmaco. Somministrato per via orale, il HGH Frag 176-191 5 mg Peptide Sciences si trova all’interno di numerosi medicinali che, per essere dispensati, necessitano di presentazione di ricetta medica ripetibile. Tuttavia, essendo classificati come farmaci di fascia A, il loro costo può essere rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), interamente o parzialmente, a seconda dei casi (può essere necessario il pagamento di un ticket). E’ stato condotto uno studio non controllato con un gruppo eterogeno con 28 bambine di età compresa tra 2 e 10 anni, affette dalla sindrome di McCune Albrigth (MAS), trattate con 20 mg una volta al giorno per un periodo di tempo fino a 12 mesi. Si è inoltre osservato che tamoxifene è efficace anche nel trattamento della ginecomastia e della mastalgia comparse in pazienti in terapia con antiandrogeni.
NOLVADEX ® – Tamoxifene
- Gli ormoni sono sostanze che l’organismo produce naturalmente, che fungono da ‘messaggeri’ chimici e contribuiscono a controllare l’attività delle cellule e dei vari organi.
- Tuttavia, come tutti i farmaci, il tamoxifene deve essere utilizzato con cautela, tenendo conto dei potenziali rischi e benefici.
- Nel trattamento a lungo termine, gli effetti collaterali segnalati sono meno frequenti o meno gravi rispetto a quelli osservati con androgeni ed estrogeni.
- Gli studi disponibili sono stati per lo più effettuati in donne in post-menopausa (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Pertanto, la somministrazione di potenti inibitori dell’enzima CYP2D6 (ad.es. paroxetina, fluoxetina, chinidina, cinacalcet o bupropione) deve, quando possibile, essere evitata durante il trattamento con tamoxifene (vedere paragrafi 4.5 e 5.2). La contestuale somministrazione di medicinali che inibiscono il CYP2D6 può portare a concentrazioni ridotte del metabolita attivo endoxifene. Pertanto, durante il trattamento con tamoxifene, si devono evitare il più possibile i potenti inibitori di CYP2D6 (per esempio paroxetina, fluoxetina, chinidina, cinacalcet o bupropione – vedere paragrafi 4.5 e 5.2). Questi includono trombosi venosa profonda, embolia polmonare, ictus e tumori dell’endometrio. Altri effetti collaterali gravi possono includere alterazioni della vista, dolore o gonfiore alle gambe, mancanza di respiro, dolore al petto, debolezza o intorpidimento di un lato del corpo.
Non sono stati ancora completamente chiariti gli effetti di tali osservazioni nel trattamento dei metabolizzatori lenti del CYP2D6 (vedere paragrafi 4.4, 4.5 e 5.2). Sono disponibili Pochi dati in seguito alla somministrazione di dosi da 160 mg/m2 al giorno e superiori si sono verificate alterazioni elettrocardiografiche (prolungamento dell’intervallo QT). La somministrazione di 300 mg/m2/die ha causato la comparsa di neurotossicità (tremori, iperreflessia, andatura instabile e capogiri). Reazione da rievocazione di irradiazione è stata osservata molto raramente in pazienti trattate con Tamoxifene EG.
Negli studi di tossicità sul ciclo riproduttivo nel ratto, coniglio e scimmia, il tamoxifene non ha mostrato potenziale teratogeno. Gli studi effettuati sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il tamoxifene e i suoi principali metaboliti sono potenti inibitori dell’ossidasi del sistema del citocromo P-450.